About me


Mi chiamo Carlo Di Giusto e sono un giornalista professionista italiano. Adoro il mio lavoro, ma la fotografia è, oggi più che mai, una componente essenziale nella definizione del mio benessere personale. Al punto che ho fatto mia una celebre frase di Richard Avedon, uno dei più importanti fotografi americani: “Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi.” Il che spiega bene le ragioni che mi hanno spinto a pubblicare questo blog.

Un’attività di fotografo vera e propria, diciamo inquadrata professionalmente, non l’ho mai intrapresa. Diciamo che la fotografia ha affiancato – e lo fa tuttora – il mio mestiere, rendendolo probabilmente ancora più completo. Non sono diventato giornalista per caso: ben presto compresi che produrre testi e immagini mi avrebbe reso più competitivo nel mondo del lavoro. E così è stato. Poi le cose hanno preso una piega diversa e la fotografia è rimasta una passione. Per fortuna, aggiungo.

Non dev’essere un caso che la fotografia che prediligo sia quella di reportage, forse – e anche senza forse – quella più affine al giornalismo. Anche io, come tutti, ho le mie preferenze: mi piacciono, per dire, le fotografie dei grandi inviati della Magnum, Henri Cartier Bresson, Robert Capa, Elliott Erwitt, Leonard Freed, Josef Koudelka, Ferdinando Scianna, Alex Webb, Steve McCurry, Paolo Pellegrin, per citarne solo alcuni. E mentre scrivo mi vengono in mente anche Willy Ronis, Robert Doisneau, Gianni Berengo Gardin, Sebastião Salgado… Insomma, ci siamo capiti.

Sarei poco credibile se dicessi di non essere interessato agli aspetti tecnici della fotografia. Fotocamere, obiettivi, accessori vari: sono costantemente aggiornato su tutto quello che si affaccia sul mercato, mi piace provare di persona le varie attrezzature e sono piuttosto curioso di scoprire come vanno. In questo caso, però, non ho particolari preferenze. Sono convinto che da un lato l’attrezzatura specifica serva ad affrontare determinati generi fotografici, dall’altro che faccia parte della sfera di piacere del fotografare. Detto questo, per esprimere la propria creatività credo sia sufficiente anche la fotocamera integrata nel telefonino.

Quando e cosa fotografo? Mi muovo essenzialmente in tre ambiti. Il primo è quello della fotografia sportiva, più in particolare della ginnastica ritmica. Mi sono fatto coinvolgere dalla mia compagna, ex ginnasta, e grazie a lei ho potuto assistere e fotografare le competizioni agonistiche più importanti a livello mondiale. Non è un gran mercato, va detto: le possibilità di realizzare qualche guadagno sono pressoché nulle, ma è un genere fotografico molto sfidante, sia per il fotografo sia per l’attrezzatura.

Di tanto in tanto, poi, do una mano a qualche amico fotografo (vero) nella fotografia di cerimonia. Matrimoni, per lo più. Questo è un ambito molto interessante, la cui qualità finale (e il conseguente successo) dipende dall’approccio del fotografo. A me fotografare le persone piace tantissimo e i matrimoni rappresentano un momento molto particolare, a tratti molto intimo: gli sposi ti fanno entrare a casa loro, si lasciano riprendere fra le loro cose e i loro cari, condividono le loro emozioni. È una fotografica complessa, che cambia di volta in volta, molto stimolante e impegnativa. Ma capace di ricambiare con grandi soddisfazioni.

Quando sono libero, infine, mi fiondo in strada e comincio a guardarmi attorno: facce, situazioni, momenti, provo a catturare tutto ciò che attira la mia attenzione. Per capirsi, faccio street photography, anche se io preferisco continuare a chiamarlo reportage, come si faceva una volta. Da anni, inoltre, sto portando avanti un paio di progetti personali, di quelli senza fine, che si protraggono indefinitamente nel tempo: fotografo le persone che leggono (un libro, un giornale, il kindle, qualsiasi cosa) e fotografo le viste dalle finestre degli alberghi dove passo la notte. Ne ho già collezionate oltre cento.

6 thoughts on “About me

  1. Salve! Lasciato il lavoro, a 65 anni ho rispolverato le mie fotocamere Voiglander analogiche (R3M e R4M) e un bel corredo di una decina di obiettivi. Già alcuni anni fa avevo acquistato una Nikon 300D ed un paio di zoom, ma andare in giro con una fotocamera-computer e ritoccare foto al pc – l’ho definitivamente appurato – non è la mia passione. Ciononostante, vorrei utilizzare le mie belle ottiche Voiglander anche con una digitale, un po’ più recente della mia Epson RD1. Ho visto sul suo sito le bellissime foto da lei scattate utilizzando fotocamere Leica ed obiettivi Voitlander. Orientato all’acquisto di una Leica M (spesa impegnativa, quantomeno con riferimento all’oggetto), mi resta il dubbio che la troppa elettronica possa determinarne difficoltà di funzionamento con l’utilizzo le ottiche Voigtlander, gioiellini che considero di qualità ottima e, in rapporto al prezzo, eccezionale, e probabilmente insuperata. Lei, utilizzando (certo con migliore maestria di quanto potrei fare) la Leica M con ottiche Voiglander ha riscontrato qualche incompatibilità significativa significativa? La pregherei di un cenno di risconto, anche brevissimo e magari alla fine di una giornata nella quale non si è occupato di fotografia! Grazie. Cordiali saluti. Michele Quartarone (da ragazzo usavo una Olympus OM1).

    • Michele, grazie per avermi scritto, innanzitutto. Preferisco la resa che hanno gli obiettivi Voigtlander con la M9 e la M Monochrom a quella, in verità un po’ deludente, che mostrano con la nuova M 240 (che ho avuto e venduto subito). Non è un fatto di elettronica, quanto – credo – di caratteristiche del sensore. Devo ammettere che con gli obiettivi Leica, invece, la M tirava fuori file spettacolari…

  2. Buongiorno,
    sono Sergio Moro e appartengo alla Società Ardor di Padova. In occasione del Campionato Interregionale di Categoria che si terrà a Padova il 7, 8 e 9 marzo, ci sarà l’ebisizione delle Farfalle Azzurre. Stavo cercando una fotografia recente della squadra durante un esercizio di insieme per pubblicizzare l’evento. Le chiedo la disponibilità a cedere una immagine. Se mi può contattare. Grazie

    • Buongiorno Sergio, può contattare Ilaria Brugnotti di Ginnasticaritmicaitaliana.it (ilaria@ginnasticaritmicaitaliana.it) e chiedere a lei la foto: è lei che gestisce il mio archivio. Grazie e buona giornata, C.

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